La parola e le storie in Sebastiano Vassalli s’intitola l’omaggio per i settant’anni dello scrittore che la rivista “Microprovincia” diretta da Franco Esposito propone in un numero speciale. Sebastiano Vassalli, nato a Genova nel 1941, fin da piccolo ha vissuto a Novara, alla quale ha dedicato Terra d’acque e dove ha ambientato vari romanzi, tra cui Cuore di pietra incentrato su casa Bossi. La sua investigazione letteraria delle radici di un passato che illumini l’inquietudine del presente è approdata al Seicento con La chimera, un successo editoriale tradotto in tutto il mondo, poi al Settecento di Marco e Mattio, fino ad arrivare al Novecento con l’ultimo suo romanzo Le due chiese. Il poeta Dino Campana è invece protagonista di La notte della cometa. La rivista “Microprovincia”, quest’anno uscita in coedizione Edizioni Rosminiane Sodalitas-Interlinea con la collaborazione del Centro Novarese di Studi Letterari, propone testi dello stesso Vassalli dopo un saggio di Roberto Cicala sul giovane scrittore durante l’avanguardia e il Gruppo 63, con immagini degli anni sessanta e settanta. Giorgio Bárberi Squarotti ricorda il romanzo satirico Mareblù prima di una sezione dedicata al “narratore del tempo e degli spazi” con interventi di Cristina Nesi, Dante Maffìa, Federico Mazzocchi sul romanzo dedicato a Dino Campana La notte della cometa, Tiziano Salari, Angelo Gaccione, Giuseppe Lupo sulla visione disincantata della storia in Cuore di pietra, anche con testi di studiose straniere e traduttrici nel mondo come Meriel Tulante e Luminitza Beiu-Paladi. Giovanna Ioli tratta dell’ultimo romanzo dello scrittore, Le due chiese, e il filosofo Fulvio Papi dedica un intervento a “Una lezione di serietà intellettuale e di richiamo morale”. Un’altra sezione è dedicata al libro dello scrittore dedicato alla poesia, Amore lontano, con saggi di Giovanni Tesio, Pierfranco Bruni, Veronika Strehlke, Poi si ricorda il legame di Vassalli con la casa editrice Einaudi (lo fanno Andrea Kerbaker e Velania La Mendola, quest’ultima in relazione al rapporto tra Sciascia e Vassalli (partendo dalle carte custodite nell’Archivio Einaudi, analizza il “caso” dell’annotazione del Giorno della civetta di Leonardo Sciascia per la collana “Letture per la scuola media” del 1972: una vicenda editoriale che ha suscitato molte polemiche per le presunte censure effettuate sul testo all’insaputa dello scrittore racalmutese), prima di testimonianze finali di Franco Cordelli, Carlo Fini, Alberto Sinigaglia, Ercole Pellizzone.

La parola e le storie in Sebastiano Vassalli, “Microprovincia” n. 45 (2011), Info: Interlinea: 0321 612571.

Anticipazione sul caso Sciascia-Vassalli

«L’onorevole» e il «giullare di provincia». Incontro e scontro letterario tra Sciascia Vassalli è il titolo del contributo di Velania La Mendola (che potete leggere in anteprima dal PDF scaricabile), dedicato alla vicenda editoriale del Giorno della civetta in edizione scolastica, pubblicato nel 1972. Come riportato in alcune autorevoli biografie, il testo fu censurato da Vassalli all’insaputa di Sciascia. Il saggio rivela invece, rileggendo lo scambio epistolare tra la casa editrice e gli scrittori coinvolti, che Vassalli, proponendosi come «glossatore di testi canonici» ricevette in cambio il dattiloscritto che era già «stato in mano allo stesso Sciascia» ed elaborato dalla redazione; l’aggiunta delle note continuò quindi un lavoro già cominciato da altri, tanto che a fine lavoro lo stesso Vassalli scrisse a Daniele Ponchiroli: «non mi par giusto appropriarmi del lavoro altrui (e una trentina di note di questo libro non sono state da me compilate)» e con fine umorismo avanguardista aggiunse: «[…] Desiderei che autrice dell’apparato di note figurasse una mia cara anagrammatica amica, la prof.ssa Ebe Sally Nastasio». In effetti il “caso Sciascia-Vassalli” trova la sua vera origine nel 1993, anno d’uscita del Cigno, un romanzo sulla Sicilia che innescò una dura polemica sul rapporto tra mafia e letteratura a partire dall’accusa di Vassalli agli scrittori siciliani, lanciata dalle colonne del “Corriere”, di essere omertosi: risposero in molti, da Gesualdo Bufalino a Elvira Sellerio, ma fu soprattutto Vincenzo Consolo a replicare duramente ritorcendo l’accusa di aver censurato in passato Sciascia. Il contributo rimette ordine nella vicenda e restituisce il punto di vista degli autori sulla funzione della letteratura, tra storia e narrazione.

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