Rebora, la poesia in un rifugio alpino :
giornata in Ossola sull’alpe dove meditò la «scelta tremenda»

Nell’estate 1930 il grande poeta, prima di entrare in convento, soggiornò in una baita walser ora rifugio CAI sopra Ornavasso (Verbania): martedì 28 giugno 2016 una giornata di studio su una delle voci più alte del Novecento italiano. Tra i relatori Roberto Cicala, Gianni Mussini e Paolo Crosa Lenz.

A un’ora di cammino e a oltre 1500 metri d’altezza in un rifugio alpino martedì 28 giugno si svolge il convegno letterario più originale dell’estate o forse in assoluto: “Clemente Rebora, un poeta sull’alpe” è il titolo dell’incontro organizzato all’imbocco della valle Ossola, all’Alpe Cortevecchio, sopra Ornavasso, dove nel luglio del 1930 il celebre poeta soggiornò una settimana presso amici meditando la decisione di dedicarsi alla vita religiosa. Pochi mesi dopo al Collegio Rosmini di Stresa e poi al Calvario di Domodossola iniziò il percorso che lo condurrà al sacerdozio. Per singolare coincidenza è datato 25 ottobre 1930 anche il cartiglio sulla sua poesia più celebre, Da l’imagine tesa, ritrovato di recente da Roberto Cicala e Valerio Rossi, pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Vita e Pensiero”, che ha fatto nuovamente accendere i riflettori su uno dei più importanti poeti italiani del Novecento appena entrato nella collana dei classici Mondadori “I Meridiani”.

Lo stesso Cicala, critico e docente dell’Università Cattolica, con Gianni Mussini, noto filologo e studioso reboriano, interverranno accanto a Paolo Crosa Lenz, esperto di civiltà alpina e presidente Aree Protette dell’Ossola. L’inizio è previsto alle ore 12 dopo un rinfresco offerto dal rifugio rifugio CAI Oliva-Brusa Perona e i saluti di Anna Moschini Zucchi del comitato organizzatore di cui fanno parte le sezioni locali della Società Filosofica Italiana e il Club Alpino Italiano, Sezione di Gravellona Toce. Seguirà un pranzo con piatti e prodotti tipici e alle ore 16 una passeggiata alla vicina Cappelletta del Buon Pastore, dove quotidianamente Rebora ascoltava la messa. La prenotazione è obbligatoria, entro il 26 giugno (per informazioni: Massimo Flematti 347 2282087 – Rifugio. 0323 837051).

«Tutta è mia casa la montagna» sono le parole di Clemente Rebora che a Cortevecchio fu ospite della famiglia Oliva nella baita che oggi fa parte del rifugio CAI promotore dell’originale iniziativa. Tutti i giorni, andando alla vicina Cappelletta del Buon Pastore, il poeta ammirava il panorama meraviglioso che abbraccia ancora oggi il lago di Mergozzo, il lago Maggiore e l’arco alpino delle Lepontine, con il Monte Massone e la Cima delle Tre Croci. Lassù nulla è sostanzialmente mutato: l’alpeggio gode dello stesso silenzio e della stessa vista.

 

Il testo della lapide dettato da Roberto Cicala:

Nell’estate del 1930 in questa baita ossolana
dell’amica Piera Oliva a Cortevecchio
«fraternamente ospitato in altitudine pastorale»
il poeta e rosminiano
Clemente Rebora
comprese che «tutta è mia casa la montagna»
ispirato dalla natura alpina quando
«si lamina enorme la vetta…
con l’anima ardente nei geli costretta».
In questi luoghi dove decise la sua scelta religiosa
dopo «aver tanto agognato alle cime,
e perso vita per vivere sublime»
resta di lui il ricordo di chi pose questa lapide
nel 60° della morte avvenuta nel 1957

 

 

Info: cai.gravellona@libero.it

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