Alzi la mano chi non ha mai letto un libro. Nessuno. Allora alzi la mano chi quel libro non lo ha solo letto ma “scomposto”, analizzato, non pagina per pagina, ma parte per parte: carta, inchiostro, ideazione, editing, distribuzione. Ecco che allora tra le poche mani alzate, restano quelle degli studenti del Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica di Milano. Guidati da Roberto Cicala, docente di Editoria libraria e multimediale, hanno raccontato il libro in un libro. Un volume intitolato Libro, lasciami libero (edito da Isu), a metà strada tra un’antologia letteraria, ricca di inattese citazioni, e un manuale di editoria

A spiegarne l’originalità interviene Giulia: «L’idea di scrivere un libro che parli del libro è nata in classe. La proposta di leggere le diverse parti del libro attraverso le citazioni degli scrittori – continua l’autrice del capitolo sull’inchiostro – ci ha permesso di andare oltre il semplice manuale di editoria conferendogli un valore “letterario”».

A partire dal titolo stesso… «Libro, lasciami libero è una citazione dell’Ode al libro di Pablo Neruda – spiega Barbara, curatrice del capitolo I generi letterari –  che gioca sul tema di una duplice libertà. Da una parte la nostra libertà di parlare del libro, dall’altra la libertà che Neruda chiede al suo libro… la libertà di non imprigionare la forza della sua poesia in un volume».

«E’ stato entusiasmante vedere come il lavoro di ricerca svolto in laboratorio si sia trasformato in un libro – continua Barbara. E’ stata l’occasione per toccare con mano la complessità del lavoro di editore».

Al prof. Cicala, docente del laboratorio e piccolo editore, chiediamo quanto conta oggi la veste editoriale di un libro.
Moltissimo. Si tratta del “paratesto”, secondo la celebre definizione dello studioso Gerard Genette. Ovvero ciò che trasforma un testo in un libro; senza di esso non è ancora libro, è soltanto il manoscritto dell’autore. Prendiamo la scelta del titolo: cosa sarebbe l’Ulisse di Joyce se non si fosse intitolato Ulisse? La collana: già Leopardi capì l’importanza della collana sull’immagine e sulla ricezione dell’opera quando si oppose al suo editore milanese Stella che intendeva inserire le Operette morali in una collana “per dame”). Il “formato”, già Manuzio intuì l’importanza del tascabile e i suoi significati sociali e culturali. Persino la carta, pensiamo alla moda e al culto delle copertine blu della collana “La memoria” di Sellerio. Sono tutte scelte editoriali che concorrono a dare un determinato significato all’opera, a scegliere un destinatario e una fascia di pubblico, a proporre un’interpretazione e una lettura.

Possiamo dunque dire che in Libro, lasciami libero si svelino i segreti del successo di un libro?
Una casa editrice può essere molto influente ma i best seller non si costruiscono a tavolino – altrimenti le grandi editrici produrrebbero solo best seller e non è così, per fortuna -. Molto dipende dalla rete distributiva e dal sistema di contatti e di promozione che un’editrice può mettere in campo. Fondamentale rimane la fama dell’autore e il passaparola dei lettori, che possono determinare successi insperati e inspiegabili, al di là del ruolo della critica.

Nel libro si fa riferimento alla carta, all’inchiostro… non sono “capitoli superati” nella società dei new media?
Facendo nostro un concetto di Umberto Eco, se da un lato il vecchio volume fatto di carta e inchiostro appartiene a quella generazione di strumenti che una volta inventati non possono più essere migliorati ma sono continuamente utili e utilizzati, come la forbice e il coltello, dall’altro lato ciò che conta in un libro e nel lavoro editoriale è il contenuto, il testo, che un tempo si scorreva su un rotolo e che oggi, guarda caso, torna a essere letto facendo scorrere le schermate di un monitor a cristalli liquidi. Cambiano le forme ma il cuore del libro non cambia: è l’uomo, sono i suoi pensieri, è la letteratura.

Non a caso in Libro, lasciami libero non poteva mancare uno degli autori italiani più citati e amati dagli studenti, Italo Calvino “Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazione? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato in tutti i modi possibili”.

Luca Balzarotti
[da “Cattolica News”, www.cattolicanews.it, pubblicato: 01/12/2005]

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